Torri
L'idea di porre una batteria ad oltre 3000 metri di altitudine forniva al Regio Esercito una serie di vantaggi quali.
- Dominio incontrastato sulla valle di Briancons.
- Assenza di offese nemiche in quanto nessuna arma a tiro curvo dell'epoca era in grado di raggiungerla.
- Inoltre, l'offesa aerea ara addirittura al di fuori della fantasia degli scrittori di fantascienza.
L'unico vero nemico era rappresentato dal “generale inverno” che a quell'altitudine era particolarmente severo. Per questo motivo tutta la struttura venne realizzata tenendo conto di questo handicap.
I cannoni dovevano essere in grado di sparare in qualsiasi condizione di innevamento. Per raggiungere questo obiettivo vennero installati sulla sommità di torri alte oltre 7 metri.
La batteria comprendeva otto torri cilindriche che si staccavano dal tetto della caserma. La struttura interna era molto particolare. La metà posta di fronte al nemico era un blocco unico in calcestruzzo con due incavi laterali che servivano al passaggio dei montacarichi. L'altra metà era cava ed ospitava la scala in ghisa necessaria per raggiungere la torretta. Il rivestimento esterno era costituito da mattonelle in cemento. Lo spessore di protezione era ridotto al minimo indispensabile e assicurava gli artiglieri contro le intemperie e contro eventuali schegge. I proiettili venivano issati grazie ai due montacarichi e accatastati dentro la casamatta in una rastrelliera.
Ciascuna torre portava in cima una casamatta metallica in grado di ruotare, grazie ad una corona dentata, di 360°: al suo interno si trovava un cannone da 149/35 A (acciaio) costruito dall'Ansaldo. Con un peso dei oltre 4.000 Kg era in grado di sparare proiettili pesanti quasi 50Kg ad una distanza superiore ai 16.000 metri che, nel caso specifico della batteria, grazie all'aria rarefatta, diventavano 19000 metri. I proiettili potevano essere provvisti di una spoletta a percussione immediata oppure a percussione posticipata.
La casamatta aveva la forma di una cupola d'acciaio a spessore variabile: 5 centimetri nella parte frontale, 2,5 cm lateralmente e superiormente, 1,6cm la parte posteriore. Lo spessore della corazza non era assolutamente in grado di resistere alle offese portate dal progredire delle artiglierie. Tutto intorno si trovava una anello paraneve che impediva l'ingresso dell'acqua e la conseguente formazione di ghiaccio che avrebbe potuto bloccare i delicati meccanismi. L'accesso alla casamatta, come già detto, era garantito da una scala in ghisa che partiva dall'interno della casamatta oppure la una finestra/porta posta lateralmente sulla torre raggiungibile mediante una scala a pioli.