Leggendo il titolo, chi lo ho già fatto, sicuramente non si domanda il perché, a chi non lo hai mai fatto, bisogna dare delle spiegazioni. Lo Chaberton, un must, una montagna a forma di piramide, che domina l'abitato di Cesana Torinese per la precisione, lo si vede spesso facendo altre escursioni in Valle, da altre angolazioni.
Un must, perché lo Chaberton, almeno uno volta è da fare, non lo si può lasciare lì e bisogna scalarlo assolutamente dal versante italiano, sia per un po' di patriottismo e sia perché effettivamente è impensabile salirlo dal versante francese. Chi è appassionato di fortificazioni militari, sa cosa si dice quando si parla di Chaberton, viceversa, è vivamente consigliato informarsi al riguardo, primo di salirci, perché il sapere, diventa motivazione, diventa appunto un must.
Raggiungere lo Chaberton, partendo da Cesana Torinese, piuttosto che da Fenils, il paese che sta alle sue pendici, sarebbe più logico, ma perseguendo lo stile, con il quale Diego ha descritto le altre escursioni sui suoi libri, modificati dai classici e collegati con altri, giunti con sentieri che una volta non si sarebbe mai pensato di utilizzare e con l'obiettivo di rendere anche questo itinerario unico, epico, anche se lo è già la montagna da sola, sarà la persona a farlo diventare tale, con qualche suggerimento in più.
Occorre dire subito, che si tratta di una salita impegnativa, parecchio, difficile, fisica e tecnica, su un terreno che si deve conquistare, nulla è regalato, se non la sua bellezza naturale.
Si sale dal versante italiano e si scende da quello francese, 1800 m. di D+, pochi chilometri, ambiente montano puro, quota cima 3.130 m., in vetta, 360° di panorama! Da li, si domina tutto e si capisce la vera forza che gli italiani avevano su quelle torrette e su quei cannoni!
Se lo si scrive e perché è possibile..magari, non si fa il 100%, ma tra il 95% ed il 98% sì, ed allora la percentuale che manca, credo che ce la si possa regalare, che può essere concessa, vista la sua unicità!
Il primo è di carattere fisico, è sbagliato affrontare una salita del genere, a freddo, in questo caso da Fenils - 1.298 m. (N44 58.874 E6 47.892). Meglio una partenza di buon'ora dall'abitato di Sauze d'Oulx, subito in discesa completamente per sentieri fino ad Oulx - 1.060 m. giungendo nel Borgo Vecchio e poi con una piccolissima risalita, passando al fianco della Parrocchiale di Santa Maria Assunta, si scende verso il cimitero e s'imbocca la SS24 in direzione di Cesana Torinese, crocevia verso Sestriere da una parte e Claviere, dall'altra.
Volendo si potrebbe raggiungere Fenils per via sterrata, ma in un caso bisognerebbe fare un giro troppo esteso, se non per la congiunzione completa fuoristrada e con un notevole dispendio di tempo soprattutto più che di energie; nel secondo, meno per il tempo, ma che taglierebbe parte della salita iniziale e facendo percorrere una strada già parzialmente utilizzata e descritta in un altro itinerario (it. 22) e quando si fa lo Chaberton è meglio dedicarsi la giornata in maniera totale.
In un passato recente era una meta ambita, anzi molto ambita, da tutti i motociclisti stranieri ed italiani, ovviamente, ma per i primi che sulle loro strade hanno diversi divieti, una possibilità del genere, unita alle altre tante carrozzabili militari, rappresentava un vero e proprio paradiso, e lo Chaberton era la ciliegina sulla torta, ma per nostra fortuna, oggi, questa categoria non c'è più.
Raggiunto Pra Claud, attraverso una bella sterrata che ovviamente si presenta in buonissime condizioni, il seguito, come anticipato nella premessa, cambierà ma non subito radicalmente, giusto per arrivare in prossimità della rientranza a quota 1.972 m. ( N44 59.038 E6 45.717 ), di lì a poco la pendenza ed il fondo miscelati esattamente in maniera equa, cambieranno, rendendo il tutto diverso e non facile.
Si raggiunge Rocca Tagliata – 2.373 m. ( N44 58.693 E6 45.030 ), per passarci dentro materialmente, dopo aver superato i primi 30 tornanti !
Il tratto interessato in prossimità è un lungo traverso che guarda sempre il Colle dello Chaberton, che rappresenta un’anticima, ma che, nel momento in cui termina, lasciandosi alle spalle sul lato dx la diramazione per Rochers Charniers, riprende a salire con un’altra serpentina di tornantini, 20 per la precisione, ed è Colle Chaberton – 2.688 m. ( N44 58.350 E6 44.550 ).Si è ora esattamente sul confine franco-italiano, da questo momento è Francia. A colpo d’occhio, la cima non è lontana, la matematica dice ancora 442 m. di D+, poca roba, ma sono ancora da fare, non è finita ! La bandierina si mette là, prima non vale !
Mancano gli ultimi 20 tornantini ; in stagione, il traffico di escursionisti è notevole, ma in genere essendo una buona bilancia di rispetto, che deve essere reciproco, viene lasciata strada a chi sale, qualcuno incita anche e da morale, serve anche quello.
Si passa la cortina con tutti i piloncini sul quale era avvolto il filo spinato, ed è bene, più che mai dosare le energie dall’inizio per poterne ancora avere in questo tratto finale dal Colle perché nulla è regalato e poi, sarà Cima : Forte Chaberton – 3.131 m. ( N44 57.896 E6 45.061 ).Di lassù, non si aggiunge altra descrizione o considerazione, si lascia spazio alle foto e al fatto, che bisogna esserci per capire, per gustare, per dire : io c’ero!
Discesa impegnativa, ma non tecnicamente, a ritroso sul Colle, stesso percorso dell’andata. Il proseguimento sul versante francese è abbastanza limitato, la prima parte parecchio franata, piena di pietre, scendendo si alternano tratti ciclabili ad altri non, fino all’ex ricovero Sette Fontane, ex, perché qualche inverno fa, le abbondanti nevicate hanno fatto collassare il tetto schiantando la piccola costruzione.
Tratto finale, nel Vallon des Baisses, dove attraversato il letto del corso d’acqua secco, termina il sentiero per la strada sterrata che comodamente condurrà a Monginevro, esattamente a monte della Dogana ancora presidiata.
Meritevole e obbligatorio il fare acqua alla fontana dentro l’abitato di Montgènevre / Monginevro – 1.893 m. ( N44 55.880 E6 43.396 ), primo abitato francese, dopo Claviere, ancora in territorio italiano.
Ripresa la strada asfaltata N94, a ritroso, ricordando di avere sempre con sé per sicurezza un documento d’identità, si scende verso Claviere – 1.777 m. ( N44 56.329 E6 45.014 ).
Passato quest’ultimo, si scende prestando moltissima attenzione al traffico notevole sulla SS24, una volta carrozzabile che includeva altre piccole opere militari, con un ponte retrattile appena sotto la rotonda in uscita, sia in caverna che in esterna con la Caserma Difensiva, abbattuta per i lavori di costruzione del doppio senso stradale a carreggiate separate, a monte delle Gorge di San Gervasio che ospitano il Ponte Tibetano più lungo del mondo e la Ferrata di Rocca Clarì dedicata a Mario Perona ed Aldo Saglia, definita, la più severa di tutta la Valle Susa.
Per approfondire questo e altri itinerari potete fare riferimento al libro dell'autore "Valle Susa in Mountain Bike" oppure contattelo direttamente per essere accompagnati.
(Testo e immagini di Diego Drago, con la partecipazione di Tania Bracco)